Dagli albori ai giorni nostri, ecco le principali tappe dello sviluppo della terapia per mezzo del cavallo.
La storia della Riabilitazione Equestre ha origini antichissime. La letteratura è piena di riferimenti relativi ai benefici del cavallo e dell’andare a cavallo, con risvolti positivi sul corpo e la mente dell’essere umano. Tuttavia il processo di sviluppo di questa disciplina ha avuto nel tempo vicende alterne. Negli ultimi anni, inoltre, la sua crescita varia molto da nazione a nazione.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono state le tappe principali della storia della Riabilitazione Equestre.
CONTENUTI
Gli albori della Riabilitazione Equestre
Le prime notizie sui benefici della disciplina equestre risalgono al 3000 a.C., quando gli Ittiti la utilizzavano per scopi pedagogici. Intorno al 300 a.C., Ippocrate di Coo, considerato il padre della medicina moderna, nei suoi scritti decantava i benefici dell’equitazione. Nel “Libro delle diete” consigliava lunghe cavalcate per combattere gli stati d’ansia e d’insonnia. Anche Asclepiade di Prussia, noto medico della Gracia antica, intorno al 100 a.C., nella sua opera “Il moto a cavallo“, ne raccomandava il trattamento in svariate patologie. Nella scienza araba si ritrovano accenni ai benefici legati alle attività a cavallo; la ginnastica equestre era infatti considerata di grande utilità per mantenere la salute sfruttando i movimenti ritmici del cavallo.

Dall’oblìo al risveglio nel 1500
La storia della Riabilitazione Equestre, ad un certo punto, vive un periodo di oblìo. Infatti, fino al 1500 non si hanno notizie in merito all’utilizzo del cavallo a scopi terapeutici. Si deve a Giacomo Mercuriali, medico fisiologo italiano, il risveglio dell’interesse nell’utilizzo dell’equitazione in medicina. Nella sua opera “De arte gymnastica“, risalente al 1569, egli si riferisce alla tecnica equestre come metodo efficace per favorire lo stato di benessere fisico generale, in quanto essa non esercita soltanto il corpo, ma anche i sensi.
Al 1676 risalgono le “Observationes medicae” di Thomas Syndenham, luminare della medicina inglese. Nei suoi scritti il medico inglese consiglia:
“la cosa migliore che io conosca per fortificare e rianimare il sangue e la mente è il montare un cavallo ogni giorno“.
Così dicendo Syndenham finisce per consigliare queste attività come trattamento ideale di diversi stati patologici.

Il 1700 e l’interesse austro-tedesco
Nel 1700 continua un inesorabile interesse nei confronti della Riabilitazione Equestre. Molti medici luminari, nei loro scritti, parlano dei benefici dell’equitazione. In Austria, il medico personale di Maria Teresa d’Austria, Giorgio E. Stahl, sosteneva che andare a cavallo aiutasse a far diminuire gli episodi di ipocondria ed isteria.
Nel 1719 Friedrich Hoffmann, medico e docente universitario tedesco, in una sua opera, “Istruzioni approfondite su come una persona può mantenere la sua salute e liberarsi di gravi malattie tramite la pratica ragionevole di esercizi fisici“, dedica un intero capitolo all’equitazione e ai suoi benefici. Le sue osservazioni lo conducono ad affermare che l’andatura del passo è quella che apporta maggiori benefici.
Dato il grande fermento, in quegli anni ci fu anche chi provò ad inventare un cavallo meccanico. Samuel Theodor Quelmalz di Lipsia (1697-1758), con lo scopo di ottenere gli stessi benefici terapeutici del cavalcare, costruì una sorta di altalena che riproduceva gli effetti indotti dal movimento del cavallo.
Goethe, uno dei più grandi letterati tedeschi, affermava:
“il motivo per il quale un maneggio svolge un’azione così benefica sulle persone dotate di ragione è che qui, unico posto al mondo, è possibile comprendere con lo spirito e osservare con gli occhi l’opportuna limitazione dell’azione e l’esclusione di ogni arbitrio e del caso. Qui uomo e animale si fondono in un tutt’uno, in misura tale che non si saprebbe dire quale dei due stia effettivamente addestrando l’altro” (Tages – und Jahresheft, 1801, Berlinger Ausgabe der Werke Goethes, Vol. 16, pag. 71).

La storia della Riabilitazione Equestre oggi
In tempi più recenti, la storia della Riabilitazione Equestre vive una espansione e un interesse sempre più specifico.
Gli inglesi, grandi appassionati di cavalli e di sport equestri diedero linfa alle attività sportive per disabili. Fu il dott. Ludwig Guttmann (definito da Papa Giovanni XXIII “il De Coubertin dei disabili”) che nel Luglio del 1944, presso l’ospedale di Stoke Mandeville in Gran Bretagna, iniziò a praticare equitazione con alcuni ex militari resi disabili da cause belliche.
Anche i francesi si accorsero delle possibilità per i soggetti in situazione di handicap di recuperare e valorizzare le proprie potenzialità tramite la pratica equestre. Così, nel 1965 l’ippoterapia divenne una materia di studio e nel 1969, presso il Centro ospedaliero universitario della Salpetrière, ebbe luogo la presentazione del primo lavoro scientifico sulla rieducazione equestre. E nel 1972, alla Facoltà di Medicina di Parigi “Val de Marne”, si ebbe la presentazione della prima tesi di laurea in medicina sulla terapia con il mezzo del cavallo.

La storia della Riabilitazione Equestre in Italia
In Italia, le prime notizie sull’impiego del cavallo a scopi curativi, le abbiamo da Giuseppe Benvenuti il quale sostiene nelle sue “Riflessioni sopra gli effetti del moto a cavallo”, verso la fine del 1700, che l’equitazione oltre a promuovere le diverse funzioni organiche esplica un’attiva funzione terapeutica.

Negli ultimi tempi, grazie all’encomiabile lavoro di organizzazioni e federazioni internazionali l’equitazione terapeutica è diventata oggetto di oculata ricerca scientifica.
Animale archetipo di bellezza, nobiltà, forza, coraggio e intelligenza, il cavallo nella riabilitazione equestre diventa un “mezzo terapeutico” a tutti gli effetti.
La dicitura “Riabilitazione Equestre (RE)” è la traduzione italiana del termine inglese “Therapeutic Riding (TR)” ed è l’unica dicitura riconosciuta a livello internazionale. In sintesi possiamo affermare che la Riabilitazione Equestre è una disciplina riabilitativa che integra tecniche e culture proprie degli sport equestri, che sono il presupposto tecnico portante, con quelle proprie della riabilitazione che ne costituiscono la finalità specifica.
Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, i grandi risultati ottenuti con la pratica della Riabilitazione Equestre sostenuti da numerosi lavori scientifici riportati soprattutto nei Congressi Internazionali (che si svolgono ogni tre anni, a cura di HETI), hanno portato il Ministero della Salute a sviluppare delle Linee Guida con lo scopo di portare uniformità nella formazione e nelle linee di intervento su tutto il territorio nazionale.
Il lavoro del Ministero è stato coadiuvato dal Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali (Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie). La Riabilitazione Equestre viene così inserita nell’ambito degli Interventi Assistiti con gli Animali.

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